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Il Sassetta e il suo tempo
La recente mostra al Museo di San Pietro all’Orto a Massa Marittima, mi ha permesso di osservare da vicino le opere del Maestro Stefano di Giovanni di Consolo, conosciuto come il “Sassetta”, un artista che ha saputo fondere gli elementi del gotico con le nuove influenze del rinascimento.
Si ritiene che Stefano di Giovanni sia nato a Cortona intorno al 1392, ma che la sua famiglia si sia poi trasferita a Siena, suo padre Giovanni di Consolo nel novembre del 1415 è certificato come abitante “in civitate Senarum” (citta di Siena).
Lo storico senese Giovanni Antonio Pecci nella sua opera “Relazione delle cose più notabili della città di Siena”, menzionò il nome di “Sassetta” un appellativo che è diventato parte della sua identità ma di cui non si conosce l’origine.
Il Sassetta ha studiato sotto vari maestri locali, ma ha sviluppato uno stile unico che lo ha reso celebre. Vari documenti senesi attestano i rapporti fra il Sassetta e i committenti delle sue opere con i relativi pagamenti.
La mostra “Il Sassetta e il suo Tempo. Uno sguardo sull’arte senese del primo Quattrocento”, partendo dal Sassetta come artista eminente di quel periodo storico dell’arte senese, continua con altri artisti senesi che hanno seguito le su linee e il suo esempio.
Allestimento mostra
Opere del Sassetta
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Madonna in umiltà con il bambino”, 1423 ca. Tempera e olio su tavola, 74×53 cm. Siena Museo dell’opera del Duomo
Pala dell’arte della Lana
L’imponente Pala d’altare della corporazione dell’Arte della Lana di due metri di altezza per oltre due metri e mezzo di larghezza, conteneva dodici pannelli lignei.
Ipotesi di ricostruzione della Pala dell’Arte della Lana
Quando nel 1777 per ordine leopoldino furono soppresse le corporazioni, la tavola fu smembrata e tolta la carpenteria che conteneva le tavole. L’abate Giuseppe Ciaccheri acquisto le tavole rimanenti per esporli nell’allora istituto di Belle Arti. Di seguito alcuni dei dodici pannelli lignei
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Elia profeta”, 1424 ca. tempera, oro e argento, 55 x 20 cm.Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Eliseo profeta”, 1424 ca. tempera, oro e argento, 55 x 20 cm.Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Ultima cena”, 1424 ca. tempera, oro e argento, 24 x 38,4 cm.Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Sant’Antonio battuto dai diavoli”, 1424 ca. tempera, oro e argento, 24 x 39 cm.Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Sant’Antonio abate”, 1428-1430 ca. tempera, oro e argento su tavola di pioppo,135 x 47,8 cm. Siena Monte dei Paschi di Siena
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Angelo annunciante”, 1428-1430 ca. tempera e oro su tavola, 60 x 49,5 cm.Massa Marittima Museo di San Pietro all’Orto
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Crocifissione”, 1425-1430 . Pagina miniata nel Messale romano, tempera, oro e inchiostro su pergamena. Siena Biblioteca comunale degli Intronati.
Tre frammenti che derivano da crocefisso realizzato dal Sassetta nel 1433 per il refettorio della chiesa di San Martino, successivamente nel 1830 fu smembrato e rimangono solo le tre figure attualmente di proprietà del Monte dei Paschi di Siena.
“Vergine dolente” e “San Giovanni dolente”, 1433, olio su tavola. Siena collezione Chigi Saracini“San Martino e il povero”, 1433, olio su tavola. Siena collezione Chigi SaraciniRicostruzione della croce senese di San MartinoStefano di Giovanni, detto il Sassetta, “Adorazione dei magi”, 1433-1435, tempera, oro e argento su tavola, Siena collezione Chigi SaraciniStefano di Giovanni detto il Sassetta, “Madonna in umiltà col Bambino, due angeli e i Santi Nicola, Michele arcangelo, Giovanni Battista e Margherita”, 1435, tempera e oro su tavola. Cortona Museo diocesano.Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Madonna in umiltà col Bambino, 1435-1440, tempera e oro su tavola. Siena, Museo diocesano.Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Madonna in umiltà col Bambino“, dettaglioStefano di Giovanni detto il Sassetta, “Madonna in umiltà col Bambino“, dettaglio
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Madonna col Bambino”(Madonna delle ciliegie). 1435, tempera, oro e argento su tavola. Grosseto, Museo Archeologico e d’Arte della Maremma,
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “Madonna in umiltà col Bambino incoronata da due angeli”, 1438, oro e tempera su tavola. Siena Pinacoteca Nazionale
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “San Bernardino”, 1444-1450, tempera olio su tavola. Asciano, castello di Gallico, collezione Salini
Stefano di Giovanni detto il Sassetta, “San Bartolomeo” e “San Francesco” 1450-1460, tempera su tavola, Siena Pinacoteca Nazionale.
Nel terzo decennio del quattrocento il Sassetta raggiunse l’apice della sua carriera, nel 1438 i magistrati del Concistoro di Siena, nominarono Stefano di Giovanni “pictor clarissimus“. Ricevette molte altre commissioni. Purtroppo a soli circa 50 anni il Sassetta morì nel 1450, per una polmonite contratta lavorando all’affresco dell’Incoronazione della Vergine sulla porta Romana di Siena. L’opera fu poi terminata dal suo allievo Sano di Pietro. Così altre opere disegnate da lui o iniziate furono finite dai sui discepoli.
Sassetta, Incoronazione della Vergine terminata da Sano di Pietro, 1447-1450, da porta romana a Siena 03.jpg View Wikimedia Commons in italiano
Gli eredi del Sassetta
Gli “Eredi del Sassetta” si riferiscono a un gruppo di artisti rinascimentali italiani che furono influenzati dallo stile e dalle tecniche di Stefano di Giovanni, noto come il Sassetta, conosciuto per le sue opere cariche di spiritualità e per l’uso innovativo del colore e della prospettiva. I suoi eredi artistici continuarono a sviluppare e diffondere queste caratteristiche, contribuendo a consolidare l’importanza della scuola senese nel panorama artistico del Rinascimento italiano. Questi artisti non solo preservarono l’eredità del Sassetta, ma introdussero anche nuove idee e tecniche, arricchendo ulteriormente la tradizione pittorica della loro epoca.
‘Maestro dell’Osservanza’
Il Maestro dell’Osservanza è stato un pittore italiano del Quattrocento, noto soprattutto per il suo contributo alla scuola senese. Il suo stile si distingue per la delicatezza delle figure, l’uso elegante del colore e l’attenzione meticolosa ai dettagli. Sebbene l’identità esatta del Maestro dell’Osservanza rimanga incerta, si ritiene che sia stato un discepolo di Stefano di Giovanni. Le sue opere spesso trattano temi religiosi, con una particolare predilezione per le scene della vita di Cristo e dei santi. La qualità delle sue composizioni e la raffinatezza delle sue tecniche lo rendono una figura di spicco nel panorama artistico del suo tempo.
‘Maestro dell’Osservanza’, “Lamentazione della Vergine sul Cristo deposto, San Sebaldo e il defunto Peter Volkamer”, 1432, tempera e olio su tavola, Siena Monte dei Paschi di Siena.
‘Maestro dell’Osservanza’, “Lamentazione della Vergine sul Cristo deposto, San Sebaldo e il defunto Peter Volkamer”, particolare
‘Maestro dell’Osservanza’, “Madonna in umiltà col Bambino, quattro angeli e i Santi Caterina d’Alessandria e Giovanni Battista”, 1430-1440, tempera e oro su tavola. Siena Pinacoteca Nazionale.
‘Maestro dell’Osservanza’, “San Francesco stimmatizzato”, 1430-1440, tempera e oro su tavola. Siena Pinacoteca Nazionale.‘Maestro dell’Osservanza’, “Sant’Ansano in ginocchio”, 1430-1440, tempera e oro su tavola. Collezione privata.
Sano di Pietro
Sano di Pietro fu un pittore senese del XV secolo. Nato intorno al 1406 e morto nel 1481, il suo vero nome era Ansano di Pietro di Mencio, la sua opera si distinse per una raffinata sensibilità narrativa e una tavolozza cromatica delicata. Formatosi in un ambiente artistico fiorente, Sano di Pietro assorbì le influenze dei grandi maestri senesi, come Sassetta, e sviluppò un proprio stile inconfondibile. Le sue opere, spesso dedicate a temi religiosi, sono caratterizzate da una profonda umanità, espressa attraverso figure dai tratti dolci e malinconici. La sua capacità di creare atmosfere intime e suggestive, unita a una notevole attenzione ai dettagli, lo rende uno dei più apprezzati artisti del Rinascimento senesi.
Sano di Pietro, “Assunzione della Vergine con San Tommaso che raccoglie la cintola e i santi Giovanni Battista, Bartolomeo, Nicola, Pietro, Luca e Girolamo”, 1444 ca. tempera e oro su tavola. Siena Pinacoteca Nazionale.
Sano di Pietro, “San Francesco di Assisi, San Ludovico di Tolosa, San Girolamo”, 1470-1475, tempera e oro su tavola, Massa Marittima, Museo di San Pietro all’Orto.
Sano di Pietro, “Madonna col Bambino”, 1460, tempera e oro su tavola, Asciano, castello di Gallico, collezione Salini,
Nastagio di Guasparre
Nastagio di Guasparre è stato un pittore italiano del Rinascimento, noto per la sua abilità nel catturare dettagli realistici e vivaci nelle sue opere. Lavorando principalmente a Firenze, Guasparre ha sviluppato uno stile distintivo che combinava l’influenza dei grandi maestri del suo tempo con una visione personale e innovativa. Le sue opere spesso raffigurano scene religiose e mitologiche, caratterizzate da una profonda attenzione alla luce e al colore. Anche se meno conosciuto rispetto ad alcuni dei suoi contemporanei, Nastagio di Guasparre ha lasciato un’impronta significativa nell’arte del Rinascimento italiano, contribuendo alla ricchezza culturale e artistica del periodo.
Capitoli della Compagnia di Sant’Ansano, 1440Nastagio da Guasparre, “Capitoli della Compagnia di Sant’Ansano, Sant’Ansano”, 1440.
Nastagio di Guasparre, “Madonna col Bambino, Santa Caterina d’Alessandria e Santo Stefano” 1450, tempera e olio su tavola. Asciano Castello di Gallico, collezione Salini.
Nastagio di Guasparre, “Madonna in umiltà col Bambino e angeli”, 1450-1460, tempera e oro su tavola. Siena Pinacoteca Nazionale.
Nastagio di Guasparre, “I Santi Rocco, Sebastiano e Leonardo”, 1460-1470, vetri colorati e dipinti a grisaglia assemblati con profilature di piombo saldate a stagno. Chiusdino Museo Civico d’arte sacra di San Galgano
Giovanni Ambrosi
Pietro di Giovanni Ambrosi, nato nel 1450 a Firenze, è stato un rinomato pittore del Rinascimento italiano. Conosciuto per la sua abilità nel catturare la luce e il colore, ha lavorato principalmente su commissioni ecclesiastiche e ritratti nobiliari. Le sue opere riflettono una profonda influenza della scuola di Giotto, ma con un tocco personale che lo ha reso famoso tra i suoi contemporanei. Tra le sue opere più celebri si annoverano “La Madonna col Bambino” e “Il Ritratto di un Nobile Fiorentino”. Ambrosi ha contribuito significativamente allo sviluppo dell’arte rinascimentale, lasciando un’eredità che continua a essere studiata e apprezzata dagli storici dell’arte.
Pietro di Giovanni Ambrosi, “Madonna con Bambino in trono, angeli e santi”, 1444-1449, tempera e oro su tavola, Asciano castello di Gallico, collezione Salini
Nicola di Ulisse
Nicola di Ulisse fu un pittore attivo nella prima metà del XV secolo, la cui figura, a lungo trascurata, è stata rivalutata grazie a recenti studi. Le sue origini senesi sono evidenti, ma la maggior parte della sua produzione artistica si concentra in Umbria, in particolare a Norcia. La sua pittura, un ponte tra la tradizione senese e quella umbra, è caratterizzata da una notevole sensibilità cromatica e da una capacità di rendere con vivacità le espressioni dei personaggi. Tra le sue opere più celebri, il ciclo di affreschi della Passione di Cristo a Cascia e il Polittico di Sant’Eutizio a Spoleto, testimoniano la sua maestria e la sua influenza sulla pittura umbra del Quattrocento.
Nicola di Ulisse, “Redentore benedicente”, 1450, tempera e argento su tavola, Siena museo diocesano
Pittore dei monocromi di Monticiano
Il Pittore dei monocromi di Monticiano è un’enigmatica figura che ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte senese del XV secolo. L’autore di questi straordinari affreschi, che adornano la sala capitolare del convento di Sant’Agostino a Monticiano, rimane sconosciuto. La scelta del monocromo, inusuale per l’epoca, conferisce alle opere un’atmosfera intima e meditativa. Lo stile, pur presentando affinità con quello di maestri come Sassetta e Vecchietta, conserva una forte originalità, rendendo difficile una precisa attribuzione. L’enigma che avvolge l’identità dell’artista ha alimentato nel corso degli anni diverse ipotesi, da un giovane Sassetta a un seguace della sua scuola, senza tuttavia giungere a una conclusione definitiva. Nonostante l’anonimato, il Pittore dei monocromi di Monticiano rappresenta una figura di grande interesse per gli storici dell’arte, offrendo un prezioso spunto di riflessione sulla complessità e la vitalità della pittura senese del Quattrocento.
Pittore di monocromi di Monticiano, “Flagellazione di Cristo”, 1441, tempera o oro su tavola. Siena Archivio di StatoPittore di monocromi di Monticiano, “Flagellazione di Cristo”, particolare
Giovanni di Paolo
Giovanni di Paolo è stato un pittore italiano del Quattrocento, noto per le sue opere di carattere religioso e per il suo stile gotico internazionale. Nato a Siena intorno al 1400, fu uno degli artisti più importanti della scuola senese. Le sue opere si distinguono per l’uso vibrante del colore, la ricca ornamentazione e l’attenzione ai dettagli. Tra le sue creazioni più celebri si annoverano i dipinti per il trittico dell’Incoronazione della Vergine e le illustrazioni per il “Paradiso” di Dante. Giovanni di Paolo ha influenzato molti artisti successivi e il suo lavoro è ancora ammirato per la sua bellezza e spiritualità.
Giovanni di Paolo, “San Donato in ginocchio”, 1440, tempera su tavola. Siena Pinacoteca Nazionale.Giovanni di Paolo, “Sant’Andrea in ginocchio”, 1440, tempera e oro su tavola. Siena Pinacoteca Nazionale.
Domenico di Niccolò “dei cori”
Domenico di Niccolò dei Cori è stato un rinomato scultore e intagliatore italiano del periodo tardo gotico, attivo principalmente a Siena. Nato intorno alla fine del XIV secolo, Domenico è noto per la sua abilità nell’intaglio del legno e per la creazione di opere religiose dettagliate, spesso commissionate per chiese e cattedrali. Le sue opere si distinguono per la precisione dei dettagli e la delicatezza delle forme, che riflettono un profondo senso di spiritualità e devozione. Tra le sue opere più celebri si annoverano l’intaglio del coro della Cattedrale di Siena e varie sculture lignee che adornano altari e cappelle della regione.
Domenico di Niccolò, “San Francesco riceve le stimmate”, 1440, legno intagliato parzialmente dipinto e dorato. Firenze, collezione Lisa De CarloDomenico di Niccolò, “Vergine annunciata”, 1440-1450, legno intagliato e patinato, Asciano Castello di Gallico, collezione SaliniDomenico di Niccolò, “San Francesco“, 1440-1450, legno intagliato e dipinto, Asciano Castello di Gallico, collezione SaliniDomenico di Niccolò, “Cristo risorto”, 1442-1443, legno intagliato e dorato, Siena collezione di Palazzo Chigi Misciatelli.Domenico di Niccolò, “Angeli portacandelieri”, 1440-1450, legno intagliato e dipinto, Massa Marittima, Museo di San Pietro all’Orto.Domenico di Niccolò, “Angeli portacandelieri”, 1440-1450, legno intagliato e dipinto, Massa Marittima, Museo di San Pietro all’Orto.
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