Passera d’Italia (Passer italiae)
Una specie da salvaguardare
La Passera d’Italia (Passer italiae), conosciuta anche come passero italiano, è un uccello passeriforme della famiglia Passeridae, endemico della penisola italiana, dell’Isola d’Elba e di numerose isole minori. La sua popolazione è quasi totalmente concentrata nel nostro Paese.
Nel corso del tempo è stata ritenuta dagli studiosi una sottospecie del Passero domestico (P. domesticus), diffuso in tutt´Europa, o di essere una forma ibrida con Passera sarda (P. hispanoliensis).


Riconoscere la Passera d’Italia dal Passero domestico
(Passer domesticus Linnaeus, 1758, Passero Domestico o europeo, Da Spoltore, 2008)
La passera d’Italia (Passer italiae) e il passero domestico (Passer domesticus) sono due specie di passeri che possono essere confuse, ma esistono alcune differenze chiave per distinguerli. La passera d’Italia è una specie endemica italiana, mentre il passero domestico è una specie cosmopolita. In Italia, la passera d’Italia sostituisce in gran parte la passera domestica, soprattutto nelle aree urbane.
Differenze principali:
Distribuzione:
La passera d’Italia è endemica dell’Italia, mentre il passero domestico è presente in tutto il mondo.
Maschi:
Il maschio della passera d’Italia ha il vertice della testa marrone, mentre il maschio del passero domestico ha il vertice della testa grigio. Inoltre, la passera d’Italia ha un bavaglio nero più esteso sul petto rispetto al passero domestico.
Femmine:
La femmina della passera d’Italia è simile a quella del passero domestico, ma la femmina della passera d’Italia ha una colorazione più chiara e meno striata rispetto a quella del passero domestico.
Abitudini:
La passera d’Italia è più legata alle aree urbane e suburbane, mentre il passero domestico può essere trovato in una varietà di ambienti, inclusi campi e pascoli.
Per riassumere, per distinguere la passera d’Italia dal passero domestico:
Verifica la distribuzione: Se l’uccello è in Italia, è probabile che sia una passera d’Italia.
Osserva il vertice della testa: Se il maschio ha il vertice della testa marrone, è una passera d’Italia.
Osserva il bavaglio: Se il maschio ha un bavaglio nero più esteso sul petto, è una passera d’Italia.
Osserva il piumaggio: La femmina della passera d’Italia è più chiara e meno striata rispetto a quella del passero domestico.
Osserva le abitudini: La passera d’Italia è più legata alle aree urbane e suburbane.
In generale, la passera d’Italia è una specie più comune in Italia, soprattutto nelle città e nelle aree abitate. Il passero domestico è meno comune in Italia e preferisce le aree rurali e le aree al di fuori dei confini italiani

Ian Kirk from Broadstone, Dorset, UK –
Cock House Sparrow Uploaded by
tm https://it.wikipedia.org/wiki/Passer_domesticus

Passer domesticus, Arboretum in Zürich (Svizzera)
Roland zh –
https://it.wikipedia.org/wiki/Passer_domesticus
Passera sarda (Passer hispaniolensis)

Passera Sarda (Passer hispaniolensis).
Foto di Frank Vassen from Brussels, Belgium – Spanish Sparrow, Guatiza, LanzaroteUploaded by innotata, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14163175
La Passera Sarda si riconosce dal petto e dal dorso, con molte macchie nere, la distinguono immediatamente da altre specie di Passeri. La specie presenta un dimorfismo sessuale evidente: la femmina è bruno-grigia, mentre il maschio è di un marrone più marcato, con una macchia nera sotto la gola e macchioline anch’esse nere diffuse su tutto il petto.
https://www.lipu.it/uccelli/conoscerli-proteggerli/passera-sarda
Passera mattugia (Passer montanus)

La Passera mattugia, è una specie simile ma leggermente più piccola della Passera d’Italia, dalla quale si distingue soprattutto per la presenza di una evidente macchia nera sulle guance e per il fatto che maschio e femmina presentino identico piumaggio.
https://www.lipu.it/uccelli/conoscerli-proteggerli/passera-mattugia
Passera d’Italia

Habitat e Distribuzione:
Questa specie è sedentaria e nidificante in Italia, Corsica e Canton Ticino (Svizzera). Predilige ambienti urbani, villaggi e aree agricole, ed è più diffusa fino a 1.300-1.400 metri di altitudine, con presenze localizzate fino a 2.000-2.100 metri sulle Alpi occidentali.

La Passera d’Italia è onnivora e si nutre di semi, frutta, insetti e persino scarti alimentari provenienti dall’uomo. Durante la stagione riproduttiva, aumenta il consumo di insetti, che forniscono un apporto proteico fondamentale per la crescita dei piccoli.
La dieta della Passera d’Italia (Passer italiae) varia in base alle stagioni per adattarsi alle risorse disponibili e alle esigenze nutrizionali.
Primavera ed Estate:
Durante la stagione riproduttiva, aumenta il consumo di insetti come afidi, bruchi e piccoli coleotteri, che forniscono proteine essenziali per la crescita dei pulcini.
Autunno:
Con la fine della nidificazione, la dieta si sposta maggiormente verso semi e frutta, approfittando dei raccolti e delle bacche disponibili.
Inverno:
Nei mesi più freddi, la Passera d’Italia si nutre principalmente di semi e scarti alimentari trovati nelle aree urbane, riducendo il consumo di insetti che diventano meno abbondanti.
Questa flessibilità alimentare le permette di sopravvivere in ambienti diversi e di adattarsi alle variazioni stagionali.
Riproduzione:
Il nido è un voluminoso ammasso di erbe secche con ingresso laterale, costruito in anfratti di strutture artificiali (sotto tegole, nei fori di muri, piloni, ecc.), o più raramente in cavità d’albero. La femmina depone 3-6 uova, che cova per 11-14 giorni. I giovani restano al nido circa 2 settimane, e vi possono essere sino a 3-4 deposizioni all’anno.

Stato di Conservazione:
Lo stato di conservazione della Passera d’Italia (Passer italiae) è considerato cattivo o inadeguato.
A livello europeo, la specie ha uno stato di conservazione sfavorevole.
In Italia, la popolazione, stimata in 2-3 milioni di coppie, mostra un trend in forte declino negli ultimi decenni.
Le cause di questo declino sono difficili da individuare con precisione, ma tra i fattori che possono aver contribuito ci sono:
La riduzione dei siti idonei alla nidificazione (dovuta a ristrutturazioni, ammodernamento di edifici).
La diminuzione delle specie preda importanti per l’alimentazione dei pulcini.
La carenza di cibo anche al di fuori della stagione riproduttiva, causata da cambiamenti nelle pratiche agricole.
La Passera d’Italia è protetta ai sensi della Convenzione di Berna.
Vedi : Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa
Cosa Possiamo Fare:
Proteggere questa specie significa anche migliorare la qualità del nostro ambiente. Piccoli gesti possono fare la differenza:
Fornire fonti di acqua: Installare piccole ciotole d’acqua, soprattutto durante i periodi secchi.
Io ho allestito nel mio piccolo giardino, una fonte di acqua con un sottovaso in terracotta, dove fornisco acqua fresca ogni giorno, e anche una mangiatoia dove metto delle granaglie o una palla di grasso, in particolare nei mesi invernali.
Tramite l’uso di una fototrappola ho potuto osservare che i passerotti e altri uccelli gradiscono come si può vedere dalle foto e video relativi.









La giornata dei giovani pulli usciti dal nido
Il corteggiamento del maschio
Fornire siti di nidificazione:
Installare nidi artificiali in giardini, balconi e aree urbane può compensare la perdita di cavità naturali dovuta a ristrutturazioni edilizie.
Creare habitat favorevoli:
Piantare vegetazione autoctona che fornisca cibo (semi, insetti) e riparo. Evitare l’uso eccessivo di pesticidi che riducono la disponibilità di insetti, importanti soprattutto per l’alimentazione dei piccoli.
Sostenere l’agricoltura sostenibile:
Promuovere pratiche agricole che mantengano elementi naturali come siepi e filari, importanti per la nidificazione e l’alimentazione.
Sensibilizzazione:
Informare e coinvolgere la comunità sull’importanza della Passera d’Italia e sulle azioni che si possono intraprendere per aiutarla.
Supportare progetti di conservazione:
Molte associazioni ornitologiche e naturalistiche (come la LIPU) portano avanti progetti di studio e tutela. Sostenere queste organizzazioni può fare la differenza.
Citizen science:
Partecipare a progetti di monitoraggio per aiutare a raccogliere dati sulla popolazione e sulla distribuzione della specie.
La Passera d’Italia è protetta dalla Convenzione di Berna, che mira a conservare la fauna selvatica e gli habitat naturali in Europa.
Alcune iniziative concrete includono la creazione di veri e propri “villaggi” per le passere, fornendo loro nidi e un ambiente sicuro.
Ogni piccolo gesto a livello individuale e collettivo può contribuire a migliorare lo stato di conservazione di questa specie.




Salvataggio di una esemplare di Passera d’Italia maschio, finito in una conduttura di aereazione.
Consiglio di provvedere alle condutture di aspirazione e ai camini una rete per impedire che possano diventare una trappola per i volatili

