Storie sospese tra ombre e rovine
Tra muri scrostati e finestre senza vetri, il tempo sembra essersi fermato. Ogni crepa, ogni granello di polvere custodisce un frammento di vita passata, un sussurro che resiste al silenzio. In questi luoghi abbandonati, la bellezza si nasconde nelle cicatrici del tempo, e ogni scatto diventa un ponte tra ciò che è stato e ciò che resta.

In un angolo dimenticato, dove l’acqua riflette ciò che il tempo ha smesso di custodire, un’auto giocattolo giace tra macerie e silenzi. Un tempo forse rincorsa da passi piccoli e voci leggere, ora resta immobile, testimone di un’infanzia evaporata. Intorno, il vuoto parla: bombole abbandonate, mobili spezzati, pareti che non proteggono più. Eppure, nel riflesso delle finestre, qualcosa resiste una memoria, un’eco, una storia che non ha smesso di esistere.
Un giorno per motivi di lavoro mi ritrovai dentro i capannoni di una vecchia industria abbandonata, feci un giro e fui colpito da questa scena, la macchina a pedali in mezzo all’abbandono, pensai a quel bambino, doveva essere stato il regalo di un genitore facoltoso, ora era sola e abbandonata ma sembrava ancora pronta per un nuovo tragitto con il suo padroncino.
Ero li per lavoro non avevo la mia reflex presi dunque il mio cellulare, non certo il massimo, ma questa immagine rimane significativa.