Polygonia c-album - www.giuseppegranato.it
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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

Farfalla osservata nel mio giardino, in Toscana a San Miniato (PI)

La Polygonia c-album, comunemente conosciuta come la Vanessa dell’Ortica
o Vanessa c-bianco, è una farfalla appartenente alla famiglia Nymphalidae.
Questa specie è diffusa principalmente in Europa e in alcune parti dell’Asia, dove predilige habitat come boschi, giardini e aree coltivate.


La Vanessa c-bianco presenta un’apertura alare che varia tra i 45 e i 55 millimetri.
Ciò che la rende immediatamente riconoscibile sono le sue ali dai margini fortemente e irregolarmente frastagliati e dentellati.

Questa forma non è casuale, ma rappresenta un’eccezionale strategia di difesa:
quando la farfalla chiude le ali a riposo, la loro forma e la colorazione marrone screziata della pagina inferiore le fanno assomigliare in modo impressionante a una foglia secca o accartocciata. Questo criptismo la rende quasi invisibile ai predatori, specialmente durante il periodo di ibernazione.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

La caratteristica distintiva è la presenza di una macchia bianca a forma di “C” o “virgola” sul lato ventrale dell’ala posteriore, da cui deriva il nome della specie.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

La Polygonia c-album è una specie polivoltina, il che significa che produce più generazioni all’anno. In Italia, si possono osservare sfarfallamenti da maggio a luglio e poi in agosto. Gli adulti della seconda generazione sono quelli che spesso svernano, rimanendo in vita fino alla primavera successiva, il che permette di osservarli in volo anche nelle giornate miti di pieno inverno. Questa flessibilità nel ciclo vitale le consente di adattarsi a condizioni climatiche variabili.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

Le femmine depongono le uova principalmente sulle piante ospiti come l’ortica (Urtica dioica), da cui deriva uno dei nomi comuni, ma anche su altre specie di piante come il lampone e il salice o il luppolo. Le larve si nutrono delle foglie di queste piante, mentre gli adulti si alimentano di nettare da fiori vari, contribuendo all’impollinazione.

Uovo di Polygonia C-album
Un ringraziamento speciale all’autore della foto: Gilles San Martin

Le larve, o bruchi, hanno un aspetto altrettanto mimetico. Sono di colore scuro, con macchie marroni e bianche che le fanno somigliare agli escrementi di uccello, un’altra forma di camuffamento contro i predatori. Sviluppano anche forti spine lungo il dorso.

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Bruco di Polygonia C-album
Un ringraziamento speciale all’autore della foto: Gilles San Martin

Le larve sono polifaghe, ma mostrano una forte predilezione per diverse piante ospiti, tra cui: Ortica (Urtica dioica), Luppolo (Humulus lupulus), Olmo (Ulmus spp.),
Salice (Salix spp.), Ribes (Ribes spp.), Nocciolo (Corylus avellana)

Dopo circa 3-4 settimane, i bruchi si trasformano in crisalidi, anch’esse ben camuffate tra le foglie.

Crisalide di Polyogonia-c-album
Un ringraziamento speciale all’ autore della foto: Gilles San Martin

La Vanessa c-bianco, è nota per la sua capacità di adattarsi a diversi ambienti e per la sua abilità nel mimetizzarsi grazie al disegno sul lato ventrale delle ali. In autunno, la farfalla può entrare in uno stato di diapausa per superare i mesi più freddi, riattivandosi in primavera.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

In sintesi, la Vanessa C-bianco è un esempio notevole di un progetto creativo con strategie di sopravvivenza ingegnose. La sua bellezza discreta e la sua capacità di “sparire” tra le foglie la rendono una farfalla affascinante da osservare e un importante elemento della biodiversità dei nostri ecosistemi.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

Nel corso del XX secolo, la Polygonia c-album ha subito un significativo declino in alcune aree, per poi registrare una notevole ripresa. Attualmente, la sua popolazione è considerata sicura a livello regionale e la specie è diffusa in gran parte del suo areale. La sua capacità di adattamento e la disponibilità di piante ospiti comuni contribuiscono alla sua resilienza. Tuttavia, come per molte specie di insetti, la perdita di habitat e l’uso di pesticidi possono rappresentare minacce locali.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

Questa farfalla svolge un ruolo importante negli ecosistemi, sia come impollinatrice sia come parte della catena alimentare, servendo da cibo per uccelli e altri predatori. La sua presenza è spesso indicativa della salute ambientale dell’area in cui vive.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

In conclusione, Polygonia c-album è una specie affascinante che rappresenta un esempio significativo di adattamento e biodiversità nel mondo degli insetti. La sua osservazione può offrire spunti interessanti per appassionati di entomologia e naturalisti.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

Abbiamo già accennato come la caratteristica fisica della “C” influenza il nome di questo lepidottero, In italiano, è comunemente chiamata Vanessa C-bianco o Virgola. Il nome inglese è “Comma”, mentre in tedesco è “C-Falter.

Ma c’è una particolarità nel nome francese, in Francia la Polygonia c-album è conosciuta principalmente come “Robert-le-Diable”. Un nome decisamente evocativo, che richiama l’aspetto un po’ “diabolico” delle sue ali frastagliate e il misterioso segno bianco a forma di virgola sul lato inferiore.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja


La leggenda deriva da una figura del folklore normanno medievale: Robert il Diavolo, un personaggio nato da un patto oscuro.


Secondo la leggenda, la duchessa Indre, disperata per non riuscire ad avere figli, invocò il diavolo e concepì un bambino: Robert. Cresciuto, Robert divenne violento e temuto, tanto da essere soprannominato “il Diavolo”. Ma un giorno, scoperta la verità sulla sua nascita, si pentì e intraprese un cammino di redenzione: fece voto di silenzio, visse come un folle tra i cani e, infine, salvò Roma da un’invasione, rifiutando poi ogni ricompensa per vivere da eremita.


Il nome della farfalla, con le sue ali frastagliate e l’aspetto un po’ inquietante, ha evocato in Francia l’immagine di questo personaggio leggendario. Così, tra le foglie morte e i silenzi del sottobosco, la Polygonia c-album è diventata Robert-le-Diable, come se portasse con sé un frammento di quella storia antica.

La leggenda, nata nel XII secolo, è stata fonte di ispirazione per l’opera lirica “Robert le Diable” di Meyerbeer e citata anche da Alexandre Dumas nel “Conte di Montecristo” al capitolo 53 intitolato proprio “Robert le Diable”.

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Polygonia c-album, su fiore di Buddelja

Vuoi leggere la fiaba di Robert-le-diable e della Polygonia c-album?
Seguimi: Robert-le-diable e il “Giardino delle Virgole”
e “Il giardino di Mezzo sospiro”

Leggi anche: “La Virgola della “Selva di Sogno”

Bibliografia: “Farfalle e falene” David Carter (Dorling Kindersley handbooks)
“Che insetto è questo?” Heiko Bellmann (Ricca Editore)

Sono grato a Gilles San Martin, per aver condiviso il suo talento e permesso l’uso di alcune sue foto in questa pagina.

“Parte di questo contenuto del testo è stato generato con l’assistenza di un’intelligenza artificiale, curato e personalizzato da me.”


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