“Il sogno dell’Italiano”

Una discesa nella questione della lingua


 L’Italiano, la nostra lingua naturale di nascita, del cuore, ma allo stesso tempo sconosciuta, tanto che se un tempo, solo qualche decennio fa esisteva un’alta percentuale di analfabeti primari, non conoscendo letteralmente leggere e scrivere, oggi assistiamo al fenomeno dell’analfabetismo funzionale.
L’Unesco nel 1984 ha definito analfabetismo funzionale come «la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità».
Questo si traduce in pratica nella mancanza di alcune persone, (in Italia si parla di una percentuale che si avvicina al 30% della popolazione) di comprendere e capire testi che quotidianamente incontriamo, dall’articolo di giornale a un dizionario o a una semplice bolletta, all’incapacità di eseguire semplici operazioni di calcolo, o la mancanza di conoscenza di fenomeni storici, e di senso critico.
Fa senso, che questo avvenga nella nostra Italia, con la nostra cultura millenaria, da dove si è sparsa per tutto il mondo la lingua latina usata tuttora per le definizioni scientifiche, e grazie poi a influenze greche prima e poi “barbare” e volgari dopo e nata la nostra lingua che ha tanto poi influito nell’arte letteraria e artistica in tutto il mondo.
Forse dovremmo capire le origini della nostra lingua e della nostra cultura per riscoprirla, riconoscerla e apprezzarla, e farla apprezzare anche agli altri.
Dovremmo iniziare a farci delle domande:
Perché parliamo e scriviamo nell’attuale italiano?
Sappiamo che è stato il
Sommo poeta Dante, con Boccaccio e Petrarca a battere la strada della nostra lingua, cosa ha permesso di farla evolvere e portarla ai nostri giorni?
Com’è e possibile leggere e capire questi autori oggi, dopo oltre 600 anni?
 
Ho trovato interessante e illuminante la lettura del libro “Il sogno dell’Italiano” scritto da Giorgio Moretti e Valentina Raddi edito da UPAG (Una parola al giorno)
Questo piccolo libro di circa 140 pagine e composto con disegni e fumetti, a prima vista può sembrare una lettura da ragazzi, ma l’abile uso dei fumetti ci parla in maniera semplice e profonda della complessità dell’argomento.
 
Narra della ricerca delle origini dell’italiano, delle sue regole, un viaggio nella storia alla conoscenza dei personaggi che hanno discusso e voluto l’italiano e delle loro non facili scelte a partire dal cardinale Pietro Bembo, ai moderni Tullio De Mauro a Alma Sabatini, passando da Alessandro Manzoni, da una poco conosciuta Emilia Luti e tanti altri personaggi che hanno contribuito alla causa.
Fino a toccare l’attualissima e delicata questione del linguaggio inclusivo, la famosa < Ə >, schwa
Toccando argomenti di attuale discussione come l’uso degli anglismi, il sessismo nella lingua e il diritto all’autorappresentanza.
 
Per farci capire in maniera semplice che l’aspetto più importate non è la forma delle cose ma la persona, gli umani, noi, in un termine  TUTTƏ . E che nessuno ha il potere di impedirci di esprimerci le nostre idee.
 
Ho incluso una breve galleria di immagini per mostrarvi alcuni passi che ritengo significativi.
 
Per chi desidera leggere il libro accludo il link di UPAG
 
Il progetto di UPAG (Una Parola Al Giorno) e nato da un’idea di amici e appassionati dell’italiano, questo libro e stato prodotto e stampato grazie anche al contributo volontario di sostenitori che hanno apprezzato il progetto.
 
 https://bottega.upag.it/


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