Il Museo si trova all’interno del padiglione dedicato a Cesare Lombroso
https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Lombroso
Edificio inagurato nel 1909 e dedicato all’osservazione diagnostica dei nuovi ammessi, in seguito fu destinato ad accogliere ospiti che erano adibiti all’ergoterapia. Nel 1966 divenne sede del reparto neurologico. Oggi la struttura ha lo scopo, conservare e tramandare la memoria storica, artistica, culturale e sociale di testimonianze materiali e immateriali dell’ospedale psichiatrico volterrano
https://www.inclusionegraffioeparola.it/museo-lombroso-4/
Ritagli di quotidiani
https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Cerletti
https://it.wikipedia.org/wiki/Camicia_di_forza
Il bagno di luce
L’apparecchio è costituito da una cassa di legno a sviluppo verticale, con base esagonale, chiusa superiormente da pannelli mobili, connessi tra loro mediante cerniere. Anche le pareti laterali, in particolare quelle anteriori, sono apribili, per consentire l’accesso del paziente. La cassa è provvista di maniglie d’apertura e di due chiusure ad incastro; posteriormente si notano tre interruttori per l’accensione graduale delle lampade. Sul lato sinistro sono presenti due aperture di forma circolare (ø 20 cm), mentre sul lato destro si nota una finestrella quadrata (15 x 15 cm); le cerniere rimaste a fianco o sotto le aperture attestano l’originaria presenza di sportelli di chiusura, ora mancanti. I pannelli superiori, una volta chiusi, delimitano un’apertura circolare (ø 26 cm) da cui sporgeva il capo del paziente; in un foro, provvisto di supporto metallico, andava infilato il bulbo di un termometro a mercurio, per controllare la temperatura interna del bagno.
L’interno è rivestito per intero da specchi: un grande specchio esagonale ricopre il fondo della cassa; specchi di dimensioni inferiori, tagliati e montati con listelli metallici per adattarli alla superficie da ricoprire, rivestono le pareti interne e i pannelli superiori. Ben 48 portalampada, fissati su corti bracci metallici, sono disposti su 6 file verticali, in corrispondenza degli spigoli interni. In origine l’apparecchio era provvisto di 48 lampadine elettriche a filamento di carbone dell’intensità di 16-25 candele, e di un termometro centigrado a mercurio per misurare la temperatura raggiunta all’interno del bagno.
I bagni di luce, generali o parziali a seconda della superficie del corpo sottoposta a irraggiamento, nel corso degli anni `30 sostituirono in gran parte i bagni a vapore, a calore secco e i bagni di sabbia, proponendosi come il più sicuro ed efficace mezzo termoterapico. Più limitato infatti era il pericolo di incendi e più consistente il valore terapeutico, perché all’effetto del calore andava aggiungendosi quello della luce, con il suo potere analgesico; inoltre il bagno di luce garantiva il verificarsi dell’effetto sudatorio ad una temperatura di 10 gradi inferiore a quella richiesta dai bagni ad aria calda.
I bagni di luce si mostravano particolarmente efficaci per curare le affezioni dolorose dei nervi e delle articolazioni, esplicando una notevole azione analgesica. uso originario: produzione di raggi luminosi e calorifici di intensità regolabile a scopo terapeutico
luogo di invenzione: Germania data di invenzione: inizio ‘900
luogo di costruzione: Italia: Milano
data di costruzione: 1920 ca.
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Battista_Morgagni
Alcune foto di vita quotidiana:
L’arte “folle”
Opere realizzate dai pazienti della struttura
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