I segreti e i misteri del monte Soratte
Viaggio alla scoperta di una pagina di storia italiana
Lungo l’autostrada del sole, a circa 40 km a nord di Roma, si eleva il monte Soratte, ben visibile lungo la piana, con il suo profilo frastagliato. Probabilmente ci sarò passato decine di volte durante i miei viaggi a sud e a Roma e l’osservavo, non cosciente dei segreti che nascondeva. Grazie agli amici di Esplorazioniurbane ho avuto il piacere di entrare in questo mondo segreto e misterioso.
La storia ebbe inizio nel 1937, la situazione politica internazionale suggerì alla maggior parte dei governi europei di dotarsi di strutture adeguate a garantire la protezione di persone con altissimi compiti di governo in caso di possibili disordini, attentati e guerre civili, una realtà sempre più concreta e preoccupante.
La scelta del governo fascista ricadde sul monte Soratte per diverse ragioni: vicinanza con la capitale, natura dei luoghi, riservatezza, il “Regio Esercito” già da anni usava sfruttare il Soratte come campo prova per prototipi di mezzi militari.
(riferimenti presi dal libro “Il bunker del Soratte – Una montagna di Storia”, di Gregory Paolucci e Giuseppe Lo Gaglio)
Il progetto del sistema ipogeo ideato dal Ministero della Guerra e dal ufficio del Genio Militare Italiano prevedeva un estensione complessiva di oltre 14 km di gallerie intercomunicanti, prevedevano di perforare l’intera montagna da un versante all’altro. L’idea era quella di dare protezione a migliaia di persone e come fine ultimo garantire la sicurezza del governo nazionale in caso di devastazione di Roma.
L’opera osservabile oggi e un totale di 4 chilometri di “gallerie” e “caverne”, che si sviluppano su un unico piano con alcuni ambienti su più livelli.
Fu necessaria la manodopera di oltre mille lavoratori tra operai e minatori operativi 24 ore al giorno a turni di 8 ore, provenienti da tutta Italia e dal paesi vicini come Sant’Oreste.
Nel 1940 con l’entrata in guerra dell’Italia i lavori subirono un accelerazione, il Duce in prima persona visito i cantieri il 15 ottobre 1940 per verificare l’andamento dei lavori.
Nel 1943 furono trasferite in alcune gallerie una parte della produzione delle Officine Breda, quella del “Villaggio Breda” presso Torre Gaia a Roma, una fabbrica di armi innovative edificata nel 1938, che era seriamente minacciati dai bombardamenti alleati.
Lo scopo principale della struttura era quello di garantire la sopravvivenza dello Stato, del regno d’Italia anche in caso di devastazione di un attacco massiccio sulla capitale.
Dal 8 Settembre del 1943 giorno dell’armistizio di Badoglio, le strutture ipogee del monte Soratte divennero la base del Comando Generale dell’esercito tedesco per il sud Europa comandate dal Feldmareciallo Albert Kesserling.
I tedeschi usarono il bunker fino a giugno 1944 quando lasciarono le gallerie, dopo il pesante bombardamento aereo del 12 maggio 1944 da parte degli alleati.
Dal 1952 al 1962 quest’area è stata usata come polveriera.
In piena Guerra Fredda dal 1961 l’Italia sotto il comando NATO dovette adeguarsi alle nuove indicazioni di sicurezza e dotarsi di strutture capaci di mantenere il governo e la sicurezza in caso di attacco repentino o inatteso con armi nucleari.
La scelta ricadde sul monte Soratte sulle sue già esistenti gallerie che erano resistite al pesante bombardamento alleato.
Nel 1967 inizio un lavoro di ristrutturazione delle gallerie atto a realizzare “cellule di sopravvivenza” , comunque benché pronto per il 90% il progetto non è mai stato completato, per “diverse esigenze di governo”
Dal luglio 2007 le strutture del monte Soratte sono state messe a disposizione per scopi civili.
L'”Associazione Bunker Soratte” cura i luogo il relativo “Percorso della memoria” e il museo e organizza visite guidate.
Molte sono le storie e i particolari intorno al Bunker del Soratte, senz’altro ricche di fascino e misteriose…ad esempio l’oro trafugato dai nazisti alla Banca d’Italia, e più volte oggetto di ricerche all’interno delle gallerie…i fatti relativi a “San Francesco”….e tanti altri ancora, se deciderete di organizzare una visita al bunker e al relativo paese di Sant’Oreste potrete vivere di persona queste emozioni.
Esterno del parco
Mezzi bellici esposti
Nike Hercules – MIM 14C
Nel parco si può osservare il missile Nike Hercules – MIM 14C
Il MIM-14 Nike Hercules è un missile di fabbricazione statunitense per la difesa antiaerea. Prodotto a partire dagli anni cinquanta fu in dotazione a molte forze armate che aderivano alla NATO e fu successivamente sostituito dal Patriot.
Il missile Nike Hercules fece il suo ingresso nel 1958. Pesava circa 5 tonnellate, con 4 motori ausiliari (booster).
Venne utilizzato anche tra le schiere dell’Aeronautica Militare Italiana, che equipaggiò 3 stormi (complessivamente 96 lanciatori) con il suddetto sistema terra-aria) che dopo aver raggiunto 1,5 Mach si sganciavano (dopo circa 4 secondi dall’accensione).
In procinto di essere sostituito dal più piccolo e moderno Patriot, il Nike venne progressivamente messo in disuso, anche in Italia, nel 2007.
Massimiliano Rossi, ex graduato (O.M.) in forza in una delle 12 basi Nike Hercules proprio negli anni in cui si svolgeva il conflitto del golfo. Operazione “Desert Storm”. Effettua una sessione storico tecnica di spiegazione del sistema d’arma e della procedura d’ingaggio. Dall’inizio fino alla distruzione del bersaglio.
la guida del missile era su comando radio, le alette anteriori erano utilizzate come antenne per ricevere i comandi radio da terra, mentre esisteva un trasponder per dare la posizione del missile alla stazione radar
La testata era di 2 tipi:
una T45 a frammentazione, con un peso di circa 280 kg, costituita da una carica esplosiva che scagliava tutto intorno 20.000 frammenti di acciaio da 140 grani;
oppure, una testata nucleare W-31 con potenza variabile di 2, 20 o 40 Kiloton.
Essa era di tipo speciale, in quanto si trattava di un’arma a fissione potenziata con idrogeno pesante in una cavità centrale del nucleo di plutonio, che aumentava il rendimento dal 20 al 40% e rendeva l’arma meno suscettibile di esplodere prematuramente in caso di irraggiamento da radiazioni nucleari di vicine esplosioni.
L’Hercules originale entrò in linea nel 1958, quello migliorato 3 anni dopo. Le strutture di lancio erano in genere delle lunghe rampe in acciaio profilato, con depositi sotterranei protetti per i missili di riserva. La maggiore compattezza degli apparati elettronici di nuovo modello consentiva però una certa mobilità. Siccome il missile era dato in carico all’US Army invece che all’USAF la cosa venne presa in considerazione e dal 1961 si sperimentò un lanciamissili trainato per dare una certa mobilità all’arma. La colorazione, invece di uno sgargiante bianco e verde acceso, divenne spesso verde scuro di tipo ‘Army’.
L’arma dimostrò di valere il suo impegnativo nome mitologico nel giugno 1960, con alcuni exploit quali l’abbattimento di un missile balistico Corporal (l’Hercules si dimostrò il primo missile antimissile), ma ancora più impressionante fu il test contro un altro Hercules, con intercettazione a 48 km dal punto di lancio, a 30.500 m e con velocità di impatto di mach 7.
https://it.wikipedia.org/wiki/MIM-14_Nike_Hercules
All’interno del Bunker
La Guerra fredda e il Bunker antiatomico
Ringraziamenti:
Un sincero ringraziamento per l’organizzazione della visita al Bunker del Soratte allo staff di “ESPLORAZIONIURBANE” nella figura di Massimiliano Rossi come admin, Rodolfo Tagliaferri, fotografo, per i suoi preziosi consigli e Olivia Bini come segretaria.
E grazie alla Libera Associazione Culturale Santorestese “Bunker Soratte”, per la cura e la passione per questo luogo della memoria e per il lavoro di allestimento e mantenimento di questo luogo.
Vedi anche:
LA MIA PROSPETTIVA
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